Coderno

Il nome Coderno palesa in modo inconfutabile una identità romana, offerta dal riferimento del ceppo stradale "quaterno lapide", ma la presenza di reperti e di pratiche cimiteriali a tumulo evidenziano anche civiltà preromana. Questa strada proveniva da Concordia, attraversava il Tagliamento nel guado di Pieve di Rosa e per Codroipo (Quadruvium) si congiungeva nei pressi di Gemona alla Julia Augustea. Nel sec. XIII la villa di Coderno era sotto la giurisdizione del castello di Variano, mentre nel sec. XIV e XV sotto i signori di Spilimbergo. Ecclesiasticamente, Coderno dipendeva da Sedegliano, ma nel corso del settecento e dell'ottocento la comunità di Coderno manifestò sempre di più l'esigenza all'autonomia. Nel 1922 con decreto vescovile, Coderno ottenne la vicaria e nel 1954 la parrocchia.

Toponomastica
CODERNO (in friulano Codèr): dal latino "quadernum cum decima" (ogni quarta parte) con riferimento probabile a una regione coltivata (possibile allusione alla centuriazione). L'identità romana è offerta anche dal riferimento al cippo stradale "quaterno lapide". Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

Gradisca

L'esistenza di monumenti preistorici (il Castelliere e le 'Rivis'), di reperti archeologici, come le urne cinerarie, rinvenute nel 1746 in occasione di scavi all'interno della cortina, oppure le abbondanti tracce di insediamento romano nei Lavorês, documentano la presenza di un nucleo abitativo ben prima del periodo al quale l'attuale toponimo slavo di Gradisca parrebbe rimandare. Il nome Gradisca è stato acquisito all'epoca degli insediamenti slavi, che, attorno al 1000 d.C., si registrarono in Friuli. Si trattava di coloni di etnia slava chiamati dal patriarca a ripopolare la pianura friulana devastata dalle scorrerie degli Ungari, i quali si stanziarono laddove gli insediamenti precedenti erano stati abbandonati. Nel periodo successivo sorsero, a Gradisca ed in vari centri della pianura friulana, le cosiddette 'cortine', sorta di recinzioni attorno alla chiesa, che, non solo a Gradisca, riutilizzarono i profondi fossati (come le nostre 'Rivis') ereditati dalle popolazioni precedenti, trasformandoli in elementi di funzionali strutture difensive. Le vicende di questo paese non possono essere disgiunte dal "grande guado" sul fiume Tagliamento, il quale collegava Gradisca a Valvasone attraverso la "strada maggiore", e che ha determinato la sua storia. A questo guado faceva capo la strada che saliva da Aquileia (a suo tempo detta 'Ungarica', oggi 'Napoleonica'), e quando l'asse dei transiti si spostò verso Udine il paese di Gradisca venne coinvolto in modo ancora più diretto. Le fonti storiche ci fanno sapere che il patriarca affidò nel secolo XII questo avamposto ai conti di Gorizia, che lo tennero tra alterne vicende almeno fino alla conquista del Friuli da parte di Venezia, nel 1420. Anche se nel frattempo si registrarono alcuni temporanei passaggi di proprietà, che videro coinvolti i signori di Valvasone e anche quelli di Spilimbergo, ciò non incise in modo rilevante sullo sviluppo del paese. Dopo aver subito la distruzione della cortina nel 1309 e nel 1361, Gradisca fu testimone e vittima delle invasioni turche del 1477 e del 1499; registrò una fase di significativo sviluppo, anche economico, nell'ultima parte della dominazione veneziana, ma la 'battaglia sul Tagliamento', che si combatté nel marzo 1797 tra le truppe di Napoleone e quelle austriache, segnò la dismissione del guado ed il progressivo isolamento del paese. Da queste vicende e dal prolungato transito commerciale si può dire che nasca il particolare carattere di questa gente. In ambito religioso, Gradisca si originò come comunità cristiana dalla pieve matrice di Codroipo, e per diversi secoli fu collegata a San Lorenzo e Pozzo. Dal 1605 venne poi eretta in parrocchia, con la chiesa parrocchiale di S. Stefano protomartire e quella campestre di S. Giorgio.

Toponomastica
GRADISCA di Sedegliano (in friulano Grediscje): è uno dei tipi più comuni nella toponomastica dei paesi slavi e significa "luogo cintato, fortificato". È probabile che l'insediamento di Gradisca abbia preso il nome dal castelliere (fortificazione preistorica che sorge nei pressi). Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

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Grions

Da ultime ricerche il termine Grions deriva dal nome di una pianta, il Grion, la "Celluna vulgaris" in latino, "erica" in italiano. Nei documenti a disposizione esso è la risultante di una metamorfosi di un toponimo iniziale Grilon (1226), Grillons quindi Griglion (sec. XVI), per fissarsi poi definitivamente nell'attuale Grions. Il primo documento noto, che parla di Grions è del 1226. Si tratta di un contratto di cessione fra nobili e il patriarca. La singolarità storica di Grions di Sedegliano è quella di essere stata fin dal primo medioevo sotto due giurisdizioni ecclesiastiche. Una parte del paese, quella a est, dipendeva da Sedegliano e quindi sotto il patriarcato di Aquileia; l'altra, quella ad ovest, era soggetta alla diocesi di Concordia e dipendeva dalla pieve di Turrida. La linea di demarcazione era segnata dall'antica strada romana, che separava verticalmente da nord a sud il paese: Grions aquileiense era numericamente più piccolo, ma aveva l'unica chiesa, a differenza di Grions concordiense con più abitanti, ma senza edifici di culto. Ciò fu causa di frequenti liti tra il parroco di Sedegliano e il pievano di Turrida. Solo il 20 giugno 1920 Grions fu istituita con decreto arcivescovile in vicaria, staccata da Sedegliano e nel 1954 divenne parrocchia: primo parroco designato fu don Giovanni Battista Compagno.

Toponomastica
GRIONS di Sedegliano (in friulano Griòns): "in Grilons", "de Grillons" ecc. Vedi il friulano grîòn (erica, gracchia), nome di piante di origine verosimilmente preromana. Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

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Pannellia

A sud-ovest del territorio del comune di Sedegliano, lungo la strada statale che porta da Osoppo verso il ponte della Delizia, al confine con il territorio del comune di Codroipo, negli anni sessanta del secolo scorso è sorta la zona industriale del Comune di Sedegliano, denominata Pannellia. La zona era anche conosciuta come Prati di Loreto, dal nome della Madonna di Loreto a cui è dedicata la chiesetta.

Toponomastica
PANNELLIA: Creazione toponomastica moderna, che sta ad indicare la zona industriale, sorta negli anni '60 del secolo scorso e situata a Sud-Ovest del territorio del Comune di Sedegliano. Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

 

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Redenzicco

Poco più a nord di Turrida, non lontano dalla medioevale prepositura di S. Odorico, si trova Redenzicco, l'abitato più piccolo del comune di Sedegliano. La storia di questo paese ha però una sua importanza, dovuta alla posizione strategica, goduta specie nel medioevo, per il guado sul Tagliamento e per il mercato, che assieme a quello di S. Odorico è ripetutamente ricordato nei documenti. Redenzicco fu sotto la giurisdizione dei signori di Spilimbergo, di Valvasone e di Venezia, mentre ecclesiasticamente fu e rimane tuttora unito alla chiesa matrice di Turrida. Verso la fine del sec. XVIII, alla caduta della dominazione veneziana ad opera dell'esercito rivoluzionario francese di Napoleone, Redenzicco, assieme ai paesi rivieraschi, è coinvolto direttamente nella battaglia del Tagliamento vinta sugli austriaci. Nel 1807 Redenzicco fu aggregato stabilmente al comune di Sedegliano.

Toponomastica
REDENZICCO di Sedegliano (in friulano Ridincìc o Ridicìc): "In Ridincicho"ecc. Toponimo prediale in -icu, forse da "Hortensius", attraverso "Rotensius", per trasposizione di lettere nella parola (metatesi). Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

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Rivis

Questa frazione, parallela al corso del fiume Tagliamento, è relativamente recente, se si considera l'intera storia del paese. Il termine Rivis scaturisce dalla posizione dell'antico abitato, sulle sponde del Tagliamento, in quella zona predisposto a tracimare nel periodo delle piene. Nel tempo il titolo della pieve di Ripis si identificò con Turrida, che a sua volta con Redenzicco e la parte occidentale di Grions appartenevano alla pieve di San Giorgio della Richinvelda. Rivis, grazie alla presenza del guado, fu soggetta a diverse giurisdizioni: dai signori di Valvasone, ai conti di Gorizia (1396), dal sec. XV i nobili Savorgnano. La storia religiosa di Rivis ha come filo conduttore le controversie e la negazione a riconoscere come matrice la pieve di Turrida. Rivis rimase unita alla vicina pieve fino al 1924, anno in cui venne eretta in Vicaria indipendente.

Toponomastica
RIVIS DI SEDEGLIANO (in friulano Rìvis): "In Rivis" ecc. Nome friulano dal latino "ripa" con l'allusione evidente agli argini e alle sponde del Tagliamento. Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 200

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San Lorenzo

Paese antico rintracciabile nella sua origine cristiana, che risale ai primi secoli dell'epoca medioevale. Le vicende religiose-ecclesiastiche di S. Lorenzo costituiscono l'aspetto prevalente della storia del paese. È significativo che i tre paesi componenti nel passato la parrocchia (Gradisca, S. Lorenzo e Pozzo) si fossero assicurati (prima del 1600) la cura spirituale, disponendo che il sacerdote-rettore dovesse risiedere quattro mesi in ciascuna delle tre località. S. Lorenzo sotto il profilo amministrativo-civile appartenne ininterrottamente dal sec. XIII alla gastaldia di Sedegliano, sia sotto il dominio dei patriarchi di Aquileia, sia sotto il dominio veneziano. Con la fine della repubblica veneta (1797), in seguito alle riforme amministrative introdotte da Napoleone, S. Lorenzo venne definitivamente aggregato al comune di Sedegliano (1807). Dell'epoca medioevale e veneziana non si hanno notizie rilevanti. La vita sociale del paese si avvaleva della istituzione della vicinia, l'adunanza dei capi famiglia per discutere e deliberare sulle questioni di interesse generale. L'assemblea si teneva in un locale situato nell'attuale piazza Venezia. S. Lorenzo è inoltre toccato dalla secolare questione dei fondi privati in comune lungo il corso del torrente Corno, contesi insieme agli abitanti della vicina Beano e motivo di frequenti liti. Durante la prima campagna napoleonica (1797), in seguito allo sfondamento del fronte austriaco sul Tagliamento, S. Lorenzo si vede saccheggiato pesantemente, così pure in seguito le truppe asburgiche nel 1801. San Lorenzo nel 1807 venne definitivamente aggregato al comune di Sedegliano.

Toponomastica
SAN LORENZO di Sedegliano (in friulano San Laurìnc'): nome di origine cristiana. Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

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Turrida

Turrida si avvale di una posizione geografica, direttamente legata alla vita del fiume Tagliamento, molto pericoloso per le sue piene rovinose e come punto nevralgico di demarcazione fra due diocesi (Concordia e Aquileia) e di passaggio obbligato come punto facilmente guadabile. Il periodo medioevale di Turrida è quello storicamente più rilevante, perché sul suo territorio convergono spesso gli interessi della grande nobiltà friulana, come gli Spilimbergo, gli Zuccola, i Valvasone, i Castello e i Savorgnano. L'origine romana di Turrida è convalidata oltre che dal nome, anche dal ritrovamento di reperti e dalla centuriazione del praedium aquileiese, verificabile nella distribuzione geometrica delle antiche strade di campagna, che dividono il territorio della zona. La singolarità della storia di questa località è data dal fatto che Turrida fin da tempi antichissimi, con Redenzicco, Rivis e parte di Grions, era soggetta ecclesiasticamente alla pieve di San Giorgio della Richinvelda, che si trova sulla destra del Tagliamento. La pieve de Ripis, oltre il Tagliamento, identificabile con Turrida, è menzionata nel 1186-87 in una bolla di Urbano III, come appartenente alla diocesi di Concordia. Da ciò si deduce il progressivo stacco dalla pieve originaria e l'istituzione della pieve di S. Martino di Turrida, con le filiali annesse. La storia civile si impernia sull'importanza del guado. Nei frequenti scambi di investiture, Turrida fu possedimento dei signori di Spilimbergo - Cuccagna (sec. XIII), quindi dei Castello nel sec. successivo, fino alla fine degli anni trenta. Nel corso del sec. XIV, il territorio di Turrida viene gradatamente in possesso dei Signori di Savorgnano, che ne rimangono padroni anche dopo, sotto la dominazione veneziana, che dal 1420 si era imposta su quasi tutto il Friuli. Il periodo veneziano (XV-XVIII sec.) è un'epoca che si differenzia nettamente dalla precedente per la mancanza di conflitti militari. Anche Turrida, alla fine del 1700, si trovò militarmente coinvolta nella prima campagna napoleonica. Con la caduta di Napoleone, sotto il dominio della casa d'Asburgo si venne ad una più razionale sistemazione dei confini ecclesiastici della pieve di Turrida. Civilmente era già stata aggregata al Comune di Sedegliano nel 1807. Nel 1818 papa Pio VII ridusse a semplice vescovado la sede arcivescovile di Udine, privandola dei vescovi suffraganei e tra le altre disposizioni, staccava dalla diocesi di Concordia la pieve di Turrida, per aggregarla a quella di Udine. Nel tracciare i momenti salienti della storia di Turrida non è possibile dimenticare le piene del Tagliamento e una di queste, verso il 1692 distrusse totalmente la chiesa di S. Martino e parte dell'abitato.

Toponomastica
TURRIDA (in friulano Turide): "Villa Turide" ecc. Dall'aggettivo latino "turritus", derivazione della parola "turris" (=torre). Agnul M. Pittana, I nons dai paîs dal Friûl di Mieç, P.I.C. del Medio Friuli 2002

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